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I Care A Lot. Un film per gli amministratori di sostegno…
Si intitola “I Care A Lot” il film uscito in questi giorni su Prime Video che tratta del tema della tutela della persone fragili (ndr: “I Care A Lot” significa, più o meno, “mi sta molto a cuore”) sotto un particolare profilo, ossia quello degli abusi compiuti dall’AdS nello svolgimento del proprio incarico.
La trama
La protagonista del film si chiama Marla Grayson e di “professione” è una tutrice legale (ma, per capirci meglio, potremmo scrivere che è un’amministratrice di sostegno) che assiste persone anziane, sole e non autosufficienti.
Una volta ottenuto l’incarico, la buona Marla si dà da fare per i propri assistiti, ma in maniera non certo ortodossa: svuota i conti correnti, mette in vendita case, mobili e oggetti di valore e con una parte dei soldi paga la retta della casa di cura. Il resto è tutto guadagno per lei.
L’attività della protagonista continua indisturbata fino a quando… il giudice se ne accorge, direte voi! Non esattamente.
Infatti, l’attività della protagonista continua indisturbata fino a quando… il resto, ovviamente, non ve lo diciamo, non possiamo mica spoilerarvi tutto il film!
Gli abusi nella cura delle persone fragili
Dicevamo, il tema del film, è quello relativo agli abusi compiuti dalla protagonista, una sorta di amministratore di sostegno all’americana, nello svolgimento del proprio incarico.
Di questo tema, – tra i più ricercati in materia di amministrazione di sostegno -, ne abbiamo parlato in altre occasioni, ma il film è lo spunto per chiarire ancora una volta alcuni aspetti spesso dimenticati.
Innanzitutto, l’amministratore di sostegno deve operare all’interno dei limiti fissati dal Giudice Tutelare nel decreto di nomina o di eventuali successivi provvedimenti autorizzativi: una volta assunto l’incarico, l’AdS non può operare liberamente e come crede (come sembra fare invece la protagonista del film, e come spesso si crede!), ma deve sempre attenersi al contenuto del decreto e, inoltre, tenendo conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario.
Si tratta, dunque, di un incarico vincolato e particolarmente gravoso: l’AdS diventa, infatti, un pubblico ufficiale e ad esso si applicano quindi una serie di responsabilità tipiche di questa figura.
Obiezione, Vostro Onore! Chi verifica l’operato dell’AdS?
Nel film “I Care A Lot” vi è proprio un passaggio dedicato alla questione dei controlli sull’attività della tutrice. Viene fatta una segnalazione al giudice circa presunte irregolarità, fissata un’udienza, ma il giudice… il resto lo vedrete voi nel film!
I controlli dell’Ads.
Dunque, nel nostro sistema l’operato dell’amministratore di sostegno è sottoposto al controllo del Giudice Tutelare, il quale, in ogni momento può chiedere informazioni e chiarimenti e, ove riscontrasse particolari criticità, potrebbe provvedere alla sostituzione dell’AdS.
Da questo punto di vista assume un ruolo fondamentale anche il rendiconto periodico che ogni AdS è tenuto a presentare al Giudice in merito all’attività svolta.
In conclusione: se non proprio come la protagonista del film, ci possono essere sicuramente situazioni in cui l’AdS svolge l’incarico tenendo conto dei propri bisogni anziché di quelli del beneficiario, ma questo non significa che la misura protettiva sia fallimentare. Anzi!
La figura del Giudice Tutelare è proprio posta a presidio del regolare svolgimento della procedura e della tutela della persona fragile, e dunque, a tale giudice bisognerà ricorrere ogni qualvolta ci siano questioni da chiarire e ciò nell’esclusivo interesse del beneficiario.