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Regolamento UE n. 650-2012 sulle successioni in Europa
Dopo le novità in materia di filiazione e successioni introdotte dal D.Lgs. 154/2013, a partire dal prossimo 17 agosto 2015, cambieranno le regole anche per le successioni dei cittadini europei.
Lo stabilisce il Regolamento (UE) 650/2012 che introduce una serie di novità in materia successoria con l’intento di consentire ai cittadini europei di organizzare con maggiore efficienza e celerità le loro successioni.
Il criterio della residenza abituale
Per poter stabilire la legge applicabile ad una determinata successione, diventa fondamentale, anziché la cittadinanza, la residenza abituale del cittadino europeo, ossia il luogo ove il defunto aveva i propri beni ed i propri interessi.
È comunque prevista una clausola di salvaguardia, per cui se il defunto aveva collegamenti più stretti con un altro Stato e non con quello della sua residenza abituale, troverà applicazione la legge di tale Stato.
In tutti i casi in cui vi siano elementi di internazionalità (ad es., un cittadino italiano con beni all’estero o uno straniero con beni in Italia) il cittadino potrà scegliere (in modo esplicito e in forma testamentaria) la legge, italiana o straniera, applicabile alla sua successione
Il Regolamento introduce, inoltre, il principio di unità della successione. Di conseguenza, la legge applicabile alla successione disciplinerà l’intera successione, indipendentemente dalla natura dei beni (mobili o immobili).
Patti sucessori
L’art. 25 del Regolamento esamina la questione dei patti successori (ossia degli accordi con i quali si dispone di una successione non ancora aperta) e sui testamenti congiuntivi e reciproci e ne chiarisce le condizioni per la verifica della loro validità di tali accordi.
Così come chiarito dal commento della Direzione Generale delle Politiche Interne – Affari Giuridici del Parlamento Europeo, l’intenzione del legislatore è quella di favorire l’accettazione della validità di tali accordi da parte di quei sistemi giuridici (come quello italiano) che, a oggi, li reputano non validi sul piano nazionale, agevolando così la gestione patrimoniale.
Certificato successorio europeo
Il Regolamento introduce (art. 62) il Certificato successorio europeo, ossia un un certificato secondo un modello standard ideato per consentire a eredi, legatari, esecutori testamentari o amministratori di dimostrare il loro status giuridico e/o i loro diritti.
Peraltro, l’uso del certificato successorio europeo è facoltativo e non dovrebbe sostituire i certificati nazionali esistenti.
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