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Dichiarazione di successione “fai da te”? Perché non è la soluzione migliore…

Pubblicato il 31/08/2022

dichiarazione di successione

Si sente spesso parlare di dichiarazione e imposta di successione, argomenti sempre all’ordine del giorno e spesso agli onori delle cronache per la volontà di questo o quel governo di mettere mano a questioni fiscali particolarmente delicato. Anche noi ne abbiamo parlato in diverse nostre pubblicazioni, tra gli ultimi in questo articolo.
Ma esattamente cos’è la dichiarazione di successione?
Proprio così, è importante sapere cos’è la dichiarazione di successione, come va predisposta e quali sono gli adempimenti connessi, sopratutto per evitare poi di incorrere in errori che possono costarci anche molto caro.
Innanzitutto,

la dichiarazione di successione non è un atto notarile, ma è un adempimento di natura fiscale che permette allo Stato di riscuotere le imposte calcolate sul valore del patrimonio ereditario e sulla base del rapporto di parentela fra defunto ed eredi.

Quindi, non serve il notaio (così come anche per fare testamento non serve il notaio) per la successione.
Infatti, poiché a partire dall’1 gennaio 2019 è possibile depositare la dichiarazione di successione (solo) in via telematica, ogni contribuente può provvedere autonomamente al deposito utilizzando gli strumenti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Per predisporre la dichiarazione di successione è però necessaria la conoscenza delle norme del codice civile oltre che della normativa fiscale, ed è quindi opportuno farsi assistere da un professionista qualificato.

Gli eredi e i legatari devono presentare la dichiarazione di successione entro un anno dalla morte. Tale obbligo grava anche sui chiamati all’eredità che non abbiano ancora accettato né rinunziato, sui loro legali rappresentanti e sugli esecutori testamentari.
In ogni caso, anche in presenza di più soggetti obbligati, è sufficiente che la dichiarazione sia sottoscritta da uno qualsiasi degli stessi.

Non c’è obbligo di dichiarazione se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto, l’attivo ereditario ha un valore non superiore ad euro 100.000 e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.

 

Gli errori più comuni nella dichiarazione di successione

Come abbiamo anticipato, a seguito dell’introduzione della dichiarazione di successione telematica, la redazione di tale documento deve ora avvenire utilizzando appositi programmi e software (a pagamento o messi a disposizione gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate).
Anche se tali strumenti possono agevolare la compilazione, si tratta, comunque, di un adempimento spesso anche complicato e che particolare attenzione, anche perché eventuali errori possono costare cari.
Quali sono gli errori più comuni nella dichiarazione di successione?

Può succedere che siano sbagliate le quote di possesso del de cuius, le relative attribuzioni agli eredi, i dati catastali, i diritti reali oltre che i relativi valori.

Sono errori più frequenti di quanto si possa credere, anche perché come abbiamo detto, spesso derivano da un’interpretazione errata delle norme, errori che comportano per forza la necessità di presentare una nuova dichiarazione con i dati corretti.
Purtroppo,

il deposito di una nuova dichiarazione determinerà anche la necessità di versare nuovamente, per le formalità di trascrizione, le imposte catastale e ipotecaria in misura fissa ex articolo 3 della Tariffa, allegata al D.Lgs. n. 347/1990, la tassa ipotecaria, l’imposta di bollo e i tributi speciali.

Come potete certamente immaginare, la casistica degli errori è ampia e variegata ed è per questo necessario evitare le soluzioni “fai da te”, ma piuttosto affidarsi ad un professionista.
Nei prossimi articoli tratteremo alcuni aspetti specifici della dichiarazione di successione!

 

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